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Mindfulness

La quieta presenza allo svolgersi della vita

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Mindfulness

La parola Mindfulness in sé, non ha una traduzione letterale in italiano; ad un primo livello, la possiamo tradurre come un “renderci conto”, essere consapevoli, di ciò che stiamo vivendo nel presente.

Consapevolezza è la prima parola chiave.

Come sta il mio corpo adesso? Ho qualche dolore, fastidio? Come sono seduto/a? Sono comodo/a? Sono rilassato/a? Sto provando un’emozione in particolare? Ho qualche pensiero insistente? Cosa c’è attorno a me adesso? Suoni particolari? Rumori particolari? Profumi?

Per essere “mindful”, consapevoli, occorre innanzitutto scegliere di dare attenzione al momento presente e “sentire” cosa sta accadendo in noi e attorno a noi.

Il che spesso è più facile a dirsi che a farsi perché non siamo stati educati a questo, siamo abituati a fare più cose contemporaneamente, invece che a dare attenzione a una sola cosa, ossia a noi, nel momento presente.

Momento Presente è il secondo aspetto chiave.

Lo step successivo dell’essere mindful, una volta preso atto del presente, è evitare di giudicarlo, per quanto ci è possibile, essendo che la cultura occidentale ha storicamente una forte tendenza al giudizio.

Non Giudizio è il terzo aspetto chiave.

Riassumendo: consapevolezza, momento presente, non giudizio.

Mindfulness viene definita da Jon Kabat-Zinn come la particolare consapevolezza che sorge dal portare attenzione intenzionalmente al momento presente in modalità non giudicante.

E’ dunque uno STATO dell’essere, non un “fare”; è il “sentire” cosa sta accadendo in noi un istante dopo l’altro, quali pensieri ci attraversano, quali emozioni, quali sensazioni fisiche, cercando di incontrarle per quanto possibile senza etichettarle come giuste o sbagliate, senza rifiutarle.

Se pensiamo alla modalità con cui normalmente ci poniamo rispetto agli eventi della vita, ci accorgiamo subito tuttavia della nostra naturale tendenza a rifiutare eventi indesiderati, a reagire agli stimoli esterni, quanto naturalmente siamo lontani dal momento presente perché persi nei pensieri del passato o nelle anticipazioni del futuro.

Ed ecco che diviene importante la parola “intenzionalmente“: Mindfulness è una SCELTA, che si rinnova continuamente, con pazienza e amorevolezza.

Scelta di essere presenti alla propria vita mentre si svolge.

Non si tratta di “imparare a fare” qualcosa di “nuovo”, piuttosto di ritrovare in sé l’innata capacità ad essere consapevoli dell’esperienza che stiamo vivendo un attimo dopo l’altro.

La capacità di essere presenti a noi stessi è già in noi, va solo riscoperta; non a caso la parola Mindfulness è fatta corrispondere alla parola SATI che in lingua Pali significa ”Ricordo di sé”, inteso come incontrarsi nel momento presente, ricordarsi del fatto che siamo vivi e che stiamo vivendo un’esperienza per quanto piccola possa essere: bere un bicchiere d’acqua, accarezzare il gatto, parlare… E l’invito è ad accostarci a questa esperienza con apertura e curiosità, per cogliere qualche aspetto di noi e conoscerci meglio.

MINDFULNESS & MINDLESSNESS – PERCHE’ COLTIVARE LA PRATICA DI MINDFULNESS?

Mindlessness, inconsapevolezza, è il contrario di Mindfulness ed è ciò che, ahimè, ci caratterizza per la maggior parte del tempo. Le ricerche dimostrano infatti che:

  • Oltre il 90% del nostro tempo lo passiamo con il “pilota automatico”, ossia reagendo automaticamente agli eventi della vita
  • Il 95% dei pensieri che abbiamo nell’arco di una giornata, sono gli stessi del giorno precedente
  • Il 47% del tempo l’attenzione vaga lontano da ciò che stiamo facendo e, mentre vaga, tende a coltivare pensieri negativi
  • Meno di 1/3 delle persone sanno quale emozione stanno sperimentando in un determinato momento

Quest’ultimo punto dovrebbe fare riflettere anche più degli altri: se non so definire come mi sento, come posso fare scelte giuste per me?

La ricerca inoltre, raccogliendo dati in un significativo gruppo di persone, ha dimostrato che il vagare continuo dei pensieri contribuisce maggiormente ad una percezione di “infelicità”.

La nostra esperienza quotidiana ci mostra che vagare costantemente con i pensieri nel futuro o nel passato porta a sviluppare ansia o a rivivere emozioni spiacevoli, facendoci provare nuovamente sensazioni di malessere anche se l’evento ormai è passato e non si sta svolgendo nel presente.

E’ dunque di estrema importanza, per il nostro benessere, coltivare la capacità a restare nel momento presente, per quanto possibile.

COME FARE?

La buona notizia è che il “muscolo dell’attenzione” al momento presente può essere allenato praticando Mindfulness con costanza e pazienza.

Grazie a questo “allenamento” possiamo imparare a riconoscere i nostri meccanismi di risposta automatici, riconoscere il momento in cui si attivano e trovare nuovi modi per Rispondere agli eventi della vita anziché Reagire istintivamente. I dati scientifici dimostrano che la pratica costante effettivamente potenzia le aree del cervello preposte all’attenzione vigile mentre depotenzia le parti legate alle risposte di tipo reattivo.

Praticando, esercitiamo la nostra attenzione a seguire il flusso dei pensieri, a riconoscere quando siamo catturati in pensieri ricorrenti; esercitiamo la capacità di ascoltare le nostre emozioni e il nostro corpo con una attitudine ricettiva, amorevole e non giudicante.

Essere consapevoli di ciò che accade nel corpo, nella mente e nelle emozioni ci aiuta a comprendere cosa è meglio per noi in un determinato ambito o situazione; accostarci con delicatezza al nostro mondo interiore, ci aiuta a scoprire la nostra vulnerabilità, non come qualcosa da temere o allontanare, ma come una parte da accogliere e integrare, facendoci acquisire maggiore fiducia in noi sé stessi.

Momento dopo momento, Mindfulness ha a che fare con il riprendere in mano le redini della propria vita, trovando in sé le risorse per vivere bene.

Corsi

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Mindfulness nel contesto lavorativo